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Yoga in vendita

Yoga in vendita

Un compenso pesante come un macigno

Come insegnante Hridaya, le lezioni e i corsi che ho tenuto fino ad ora si sono sempre basati su “offerta libera” e, per la prima volta, l’8 aprile scorso ho deciso di chiedere un compenso per le tre ore di lezione che ho tenuto nella yoga hall di Vinyasa Yoga Bologna. Il denaro mi è stato consegnato al termine della sessione dentro una busta da uno dei partecipanti, uno dei miei più cari amici.

Guardavo quella busta appoggiata sulla panca dello spogliatoio con una strana sensazione di estraneità, di disinteresse, di disagio. Ma come? Ho condiviso questi grandiosi insegnamenti con le persone a me più vicine e non mi bastano i loro sorrisi, i loro abbracci, le loro espressioni di gratitudine? Ho davvero bisogno di questo denaro?

Ho infilato la busta nello zainetto che è diventato immediatamente pesante come un macigno; mi sembrava di aver sulle spalle il sasso di Obelix. Passeggiando per le vie del centro di Bologna anche il mio cuore era pesante, non facevo che pensare a quella busta, al fatto di essermi fatto pagare per condividere qualcosa di così puro. Poi il denaro fu speso. Per consumare.

Busta Obelix

L’era del consumismo

Viviamo nell’era del consumismo e per poter consumare bisogna prima produrre, è quindi anche l’era della produzione. Questa produzione dev’essere esposta, dev’essere visibile, dev’essere appetibile. Appetibile cosicché tutto sia pronto per la vendita, disponibile all’acquisto, per poi voracemente consumarlo.

La sostanza della nostra vita sembra ormai essere la cosa, l’oggetto, il bene. Inanimato ma anche animato. Ciò che reputiamo nostro arricchisce la nostra povera esistenza. Se tutto si può vendere, quindi la sostanza del vivere si può comprare, allora la vita stessa diventa merce. In vendita. Al-Ghazzali, un grande mistico sufi, disse: “Puoi considerare tuo tutto ciò che non andrebbe perso in un naufragio.”

Continuiamo a produrre, a vendere, a comprare, a consumare, a gettare; nei nostri magazzini, negozi e case non c’è più spazio, sono troppo pieni di oggetti futili.

Negozio Yoga

Eppure manca qualcosa, sentiamo un enorme vuoto in noi, malgrado fuori di noi non ci sia più posto. Allora, giustamente, iniziamo a curiosare, a cercare, a chiedere al di là della rozza materia.

Ma a chi chiedere? Dove cercare? Come fare a soddisfare la curiosità? E qui sta il punto. Lo si compra!! Perché non sappiamo far altro. Siamo talmente abituati ad acquistare, siamo così convinti che con il denaro si possa comprare tutto, che perfino l’Assoluto ci sembra lì pronto per essere acquistato. Siamo certi che “strisciando” la nostra carta di credito, certamente arriverà la felicità, la pienezza della vita, la liberazione finale.

Essendoci qualcuno che acquista, per la legge di mercato alla quale siamo tanto devoti, ci sarà sempre chi vende. A caro prezzo. Diventando così una “spiritualità”, se davvero si tratta di questo, per pochi eletti, per chi può permettersi di essere spirituale. Non scelti per coraggio o fortuna, NO NO, eletti perché ricchi, danarosi, facoltosi. Un Nirvana per milionari.

“È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli.”

Matteo, 19.24

Evangelista

Purtroppo la cultura della compravendita, del profitto, dell’arricchimento spoglia della sua purezza la spiritualità. Su questa base di commercio spirituale, di moderna simonia, di consumismo dell’anima, si crea una spinta alla competizione sia fra chi vende (ogni metodo è sempre il migliore, qualsiasi “yoga” è il “vero yoga”); sia fra chi compra (tutti hanno la gran fortuna di avere maestri “moooooolto bravi”… e cari, aggiungo io).

Si crea così una frontiera, una barriera, un muro, come se ce ne fossero già pochi nel mondo, fra chi può permettersi di essere spirituale grazie a metodi fantastici e maestri “mooooooolto bravi”, e chi è lontano anche solo dal pensarlo.

Ma la spiritualità, nel caso specifico dello yoga non dovrebbe unire? Non dovrebbe accentuare la compassione, la sensibilità, l’apertura verso tutto e tutti? E così spingere verso la scoperta del vero, reale, ultimo senso dell’esistenza.

Yoga Amicizia

A mio modesto avviso tutta questa mercificazione non porta altro che a mantenere vive le aberranti qualità della società, radicata nell’affermazione, nell’aggressione, nella violenza.

In una società dove sempre più persone “praticano lo yoga” si dovrebbe percepire maggiore apertura, accettazione, sensibilità, maggiore purezza, felicità, aspirazione; mentre invece mi pare che sfiducia, chiusura, rifiuto non diminuiscano. Quindi? Sarà che tutto questo Yoga (originalmente disciplina profondamente spirituale) commercializzato non sia così profondo come ci vogliono far credere?  Sarà che tutti questi maestri “moooooolto bravi” non abbiano compreso il messaggio? O sarà che sia più facile il commercio del contorsionismo fisico spettacolare che il silenzio? È possibile che ci non ci sia il coraggio, la passione, l’entusiasmo per parlare di Dio?  Infine, che generalmente ci sia estrema ignoranza (Avidya) di chi commercia riguardo a ciò che realmente è lo yoga?

Yoga Contorsionismo
Yoga Silenzio

Yoga in vendita

Stiamo, molto semplicemente, vendendo, a prezzi poco abbordabili, un altro giochino, un’altra moda, altro cibo per la nostra “mente-scimmia”, che per qualche tempo si rimpinzerà, si sazierà, godrà, per poi, però, tristemente obbligarci a cercare qualcos’altro: un altro fantastico metodo, un altro “maestro moooooolto bravo”.

Yoga, fortunatamente, non è competizione, né con altri e nemmeno con sé stessi. Yoga non può essere commercio.

“Il nome Yoga è stato compromesso in occidente da tutti i ciarlatani ed imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante. Il vero Yoga-vedantico, come lo espone nei suoi trattati Swami Vivekananda (il Grande), è una disciplina dello spirito, così come l’hanno ricercato i nostri filosofi occidentali, al fine d’incamminarsi per la via diretta verso la verità.”

Romain Rolland

Scrittore frencese

Yoga, secondo il mio modestissimo parere, è trascendenza, è “oltreità”, è silenzio. E tutta la nostra vita può essere vissuta in quel silenzio. Cercando d’imparare a vivere le relazioni da quel silenzio, dalla nostra Coscienza. Ma come arrivare a percepire, a intuire, a conoscere, a comprendere, a consapevolizzare quel silenzio? Meditando. Indagando. Nel cuore. Lì si ritorna a casa. Il cuore, luogo nel quale si può incontrare quel silenzio.

“Meditazione non è sedersi a occhi chiusi. Vuol dire liberare la mente dalla nostra ossessione di sperimentare, acquisire, conoscere, imparare qualcosa, permettendo così al silenzio di manifestarsi.”

Vimala Thakar

Insegnante spirituale

Yoga è Unione, e la vera, reale, ultima Unione si ha nel silenzio dei nostri cuori perché solo lì non c’è competizione, non c’è separazione, non c’è divisione. Solo lì c’è non dualità (advaita) tra ciò che esiste in noi e ciò che esiste fuori di noi, tra il non manifesto ed il manifesto, tra l’immateriale ed il materiale. Questo silenzio, la Coscienza, non può essere venduto, mercificato, prostituito.

La spiritualità è una rivoluzione della vita, è l’apoteosi della crescita dell’essere umano per il bene di tutta l’umanità e non solo. E dovrebbe essere alla portata di tutti, non in base alle possibilità economiche, ma secondo l’aspirazione dell’individuo.

Umilmente vostro.

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Il Giornale dello Yoga
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Circa l'autore

Bolognese, dal 1997 vive a Formentera in Spagna dove insegna con genuinità e passione Hridaya hatha yoga e meditazione.
Il suo motto è: ”Se vuoi sapere qualcosa di me, guarda quello che faccio” (Gustav Klimt)

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Michele
Michele
5 anni fa

L’argomento è molto delicato. A mio parere, chi fa dello yoga la sua vita, la sua attività deve chiedere un compenso. L’idea della donazione volontaria è bella se hai un altro lavoro e se con le donazioni copri i costi che sostieni per insegnare. Se così non fosse, quasi sicuramente, lo yoga sarebbe una nicchia. Io ho avuto la fortuna di partecipare (purtroppo per poco tempo) ad un corso di yoga dove la spirtualità non era relegata in secondo piano. Corso praticato in una stanza di un oratorio. La ragazza che insegnava portava oli e incensi che comprava. A fine… Continua a leggere »

Giulia
Giulia
6 anni fa

comunque è anche vero che all’origine della tradizione comunque i bramini erano mantenuti dai loro allievi…e successivamente non è che lo yoga fosse proprio per tutti…forse oggi è molto più accessibile di una volta in realtà…c’è gente che spende 30 euro per entrare in discoteca!

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