
Yoga e alimentazione
Lo yoga, avendo tra i suoi principali obiettivi il conseguimento di stati superiori di coscienza, pone grande attenzione alla intima conoscenza della fisiologia dei propri corpi, sia quello fisico che quelli sottili. Quindi, visto che dal corpo fisico si parte, pone grandissima attenzione all’alimentazione, al processo digestivo e all’effetto del cibo sulla psiche.
Come mangiare
- Prendere sempre bocconi piccoli e posare la forchetta (o il cucchiaio) tra un boccone e l’altro. Questo rallenta il ritmo con cui ci alimentiamo e ci aiuta a sentirci sazi mangiando meno.
- Masticare i cibi solidi almeno trenta volte (quelli fritti anche di più). Questo favorisce l’assimilazione del cibo e raffina la nostra sensibilità ai mutevoli sapori degli alimenti.
- Spegnere la tv, limitare la conversazione e mettere da parte il telefono mentre si mangia. Questo ci aiuta a essere consapevoli dei gusti, delle consistenze, della gioia di mangiare e a conoscerci più intimamente.
- Evitare di pensare a problemi, risentimenti, brutture. Questo migliora il rapporto con il cibo e favorisce la digestione. Un atteggiamento di gratitudine per quello che ci viene dato per alimentarci e la percezione dell’universo amorevole che ci nutre, favoriscono l’assorbimento di prana e armonizzano i nostri ritmi vitali.
Come non mangiare

Che cosa mangiare
I motivi per promuovere una dieta vegetariana sono di natura molto varia: etici, ecologici, salutistici. Ci sono innumerevoli testi a riguardo, anche in rete, e non ne parleremo qui.
Al “Giornale dello Yoga” non abbiamo bandiere da difendere, né cause da promuovere. Ciascuno sa da sé che cosa vuole dalla vita, e del resto ci sono esempi di grandi meditanti che hanno mantenuto la carne nel loro regime alimentare (tra gli altri Gurdjieff e il Dalai Lama).
Senza parlare del fatto che, negli ultimi anni, i medici ormai riconoscono i danni operati sull’organismo da un regime carnico, non sarà un caso se i mistici di tutte le religioni, a partire dalle monache e dai monaci, cattolici e ortodossi, passando per i sufi dell’islam e i cabalisti dell’ebraismo, per non parlare degli indiani e degli orientali in generale, hanno scelto un regime vegetariano, e talvolta vegano.
Nel mio piccolo posso dirvi questo: quando mi sono innamorata dello yoga, a un certo punto, mi hanno detto che fare Sirsasana era sconsigliabile se si mangiava carne, perché il sangue contaminato affluisce al cervello, rischiando di provocare un ictus. Ci ho pensato, e ho deciso di seguire il mio amore. Non è stato difficile. Anche se la bistecca mi piaceva parecchio, la gioia che mi dava la pratica era un piacere maggiore.

Inoltre ho scoperto che è vero quello che dicono i testi: eliminare la carne dalla dieta riduce il livello di aggressività. Questo è importante per conseguire l’obiettivo di agire in modo consapevole, anziché reagire agli stimoli del mondo esterno.
Ci sono altre limitazioni all’alimentazione di chi aspira a esperienze sostanziali in meditazione o segue sadhana particolarmente “forti”.
Già i Padri del deserto consigliavano di evitare aglio (e anche cipolla) dalla dieta, perché sono stimolanti e creano un’agitazione che può ostacolare la meditazione. È sconsigliata anche l’assunzione massiccia di solanacee (le “piante americane” cioè peperoni, melanzane e patate) perché contengono sostanze tossiche. Funghi e tartufi, piante parassite che non apportano nutrienti all’organismo, andrebbero pure evitati.
Dieta e kundalini
Satyananda, un grande santo indiano, dà indicazioni alimentari per chi vuole praticare in vista del risveglio della kundalini:
La dieta migliore per un kundalini yogi è il cibo bollito. Spezzato di grano, orzo, lenticchie e dal [zuppa di lenticchie] sono eccellenti, soprattutto con molto liquido. Andrebbero evitati grassi e cibo unto, e l’apporto proteinico andrebbe ridotto al minimo. Questo ridurrà la tensione sul fegato, perché quando la mente affronta una crisi il fegato è già oberato.
E’ consigliabile aumentare i carboidrati nella dieta, per esempio riso, grano, farina di mais, orzo, patate eccetera, perché i carboidrati contribuiscono a mantenere una temperatura corporea interna stabile, e non richiedono molto calore per essere digeriti.
La dieta yogica è macrobiotica, semplice, sobria, e abbastanza insipida. Di tanto in tanto si possono assumere anche frutta e radici, ma non sono fondamentali.
Kundalini Tantra, Munger (Bihar), 1984
Come purificarsi
Se abbiamo seguito un regime disordinato e abbiamo bisogno di rimetterci in riga, se siamo costipati, se soffriamo di mal di testa, sonnolenza, pesantezza, se siamo irrequieti e ci prude dappertutto o ci addormentiamo durante la meditazione, ci svegliamo durante la notte accaldati e non riusciamo più a riaddormentarci, lo yoga ci offre molti modi per purificarci. (leggi in proposito anche l’articolo Shatkarma, le purificazioni del corpo nello Yoga).

1. Il digiuno
Il digiuno è il metodo più semplice e può essere praticato in modo regolare (una volta alla settimana, una o due volte al mese) oppure sporadicamente in modo prolungato (si può arrivare a una settimana, meglio sempre con la supervisione di un esterno qualificato, purché si eviti l’assunzione di medicinali e stimolanti).
Il digiuno, praticato anche solo per ventiquattro ore, dà tregua a tutto l’apparato digerente e in particolare al fegato, che si riposa dal lavoro quotidiano e può quindi scaricare le tossine accumulate.
Non spaventatevi se le prime volte che praticate il digiuno vi viene mal di testa. Se il fegato fa le pulizie di primavera dopo anni di inerzia, un po’ di polvere vola… Bevete molta acqua, e aspettate che passi. Al prossimo digiuno andrà molto meglio.
Quando l’organismo è sgombro la mente è più lucida, e la percezione della realtà cambia notevolmente. Nelle comunità monastiche cristiane, quando c’è la necessità di prendere una decisione importante, si fanno tre giorni di digiuno.
Il digiuno è come il silenzio: in quel vuoto che si crea, le soluzioni emergono da sole (o ci vengono rivelate).
2. La dieta Oshawa n. 7
Ci sono diete per tutte le occasioni, ma quella più efficace per la purificazione è la Oshawa n. 7. Il dottor George Oshawa, giapponese e fondatore della cucina macrobiotica, da giovane era tisico e condannato a una morte prematura. Elaborò una dieta efficace per tutte le malattie prodotte da un eccesso di energia Yin (lunare, dolce, passiva) e fu grazie a essa che guarì dalla sua malattia. Questa dieta, ripristinando i livelli di energia Yang (solare, energica, attiva), riporta l’equilibrio in un organismo contaminato da cibi troppo dolci e troppo elaborati.
La dieta prevede che, per la durata di 10 giorni, si consumino esclusivamente cereali Yang: grano, riso, grano saraceno e miglio, senza alcun condimento (eccetto il sale). In dieci giorni tutte le cellule del sangue si rinnovano. Per questo la Oshawa n. 7, anche nel caso di gravi patologie, viene somministrata in moduli da dieci giorni con intervalli da tre a cinque giorni.
L’azione di questa dieta è oltremodo efficace anche a livello sottile. Libera i canali sottili energetici del corpo umano (nadi), e favorisce la circolazione delle energie, produce chiarezza mentale, senso di potenza e di purezza, migliora la digestione, regola le secrezioni ormonali.
Soprattutto la prima volta che ci si sottopone alla dieta, è possibile che ci siano reazioni fisiologiche sgradevoli (mal di testa, sonnolenza, addirittura sintomi depressivi). Ma non scoraggiatevi, è soltanto purificazione. Se proseguite con tenacia dopo i primi giorni vedrete aumentare la vitalità, la creatività, l’energia. Se vi trovate bene, praticate la Oshawa n. 7 due volte all’anno ai cambi di stagione, e vedrete che anche con il passar degli anni eviterete i piccoli e grandi disturbi tipici dello stile di vita occidentale.
3. Shanka Prakshalasana
Il modo più rapido e più efficace per purificarsi è lo Shanka Prakshalana, una forma di lavaggio intestinale, più efficace e naturale della idrocolonterapia, che inoltre non costa quasi nulla e potete realizzare a casa vostra. E’ una pratica semplice e sicura, purché si sia in buono stato di salute, anche se in alcune scuole consigliano di praticarla sotto la supervisione di un maestro. È economica, facile e molto benefica.
Tutto ciò che vi serve è un po’ di sale marino integrale (meglio se sale rosa dell’Himalaya), 6-7 litri di acqua, un tappetino da yoga, un po’ di spazio sul pavimento e mezza giornata del vostro tempo in solitudine. Tramite Shanka Prakshalasana il corpo viene purificato a fondo dall’interno. Può apparire una tecnica impegnativa, ma vi assicuro che dà benefici davvero grandi.
Per tutti i dettagli e le istruzioni sul modo di eseguire questa antica pratica, vi rimando all’articolo Shanka Prakshalana: la conchiglia lucente dove sono illustrati gli esercizi da eseguire e i consigli per l’alimentazione nei giorni successivi.
Se ti è piaciuto questo articolo potrebbero interessarti anche:
La curcuma: preziosa per la nostra salute, oro in cucina
Meditazione per principianti, 10 consigli per cominciare
Prima lezione di Yoga: 7 consigli per iniziare
Summary

Article Name
Yoga e alimentazione
Description
lo Yoga pone grandissima attenzione all'alimentazione, al processo digestivo, all'effetto del cibo sulla psiche. Prendere sempre bocconi piccoli, e posare la forchetta...
Author
Sighé
Publisher Name
Il Giornale dello Yoga
Publisher Logo

molto interessante questo articolo..io faccio yoga da poco tempo e mi sta aiutando molto dal punto di vista spirituale,perchè la mia alimentazione vegetariana mi ha sempre aiutato..mi concedo da salentina solo qualche tarallo che prendo da antoniofiore.net