
Yoga al risveglio: impariamo le posizioni dalla natura.
La sequenza del risveglio
Stiracchiarsi al mattino dopo la notte ci rende così simili tra noi… E’ un’esigenza collettiva, è apertura al mondo per cominciare la giornata. Arrivano nuovi pensieri a condizionarci, ci si sgranchisce, azione comune a tutti gli uomini che spesso nel corso della vita si perde, lasciando il passo ad altre pratiche meno efficaci, più morbide e statiche.
Il mattino di per sé è un concetto di rinascita e molti detti riproducono questa idea: “Il mattino ha l’oro in bocca”, “La notte porta consiglio”, “Ogni mattino noi nasciamo nuovamente” (quest’ultima non è veramente un detto, è una frase attribuita al Buddha!).
“Quando ti alzi il mattino, pensa quale prezioso privilegio è essere vivi: respirare, pensare, provare gioia e amare.”
Anche la filosofia si è interrogata sulle sensazioni del mattino. Nietzsche ne ha fatto una fase illuminista della sua ricerca: lo spirito libero che si identifica con il viandante, colui che riesce a emanciparsi dalle tenebre del passato, e la concezione della vita come transitorietà e come libero esperimento.
Non c’è cosa migliore che distendersi ancora quando si è a letto, oppure non appena si poggiano i piedi a terra, o mentre si cammina ciabattando verso il primo caffè.

Lo yoga e il mondo animale
Il risveglio del corpo fisico ci avvicina tanto anche al mondo animale, dal quale lo Yoga, si sa, prende spunto: gli antichi yogi hanno inventato o scoperto le prime asana osservando la natura e quanto fosse benefico assumere certe posizioni durante la giornata!
Moltissime asana provengono dalla ricerca storica e dall’osservazione in questo senso, e anche oggi è curioso vedere quanto alcune posizioni yogiche siano eseguite perfettamente dagli amici a quattro zampe.
Per questo vi voglio presentare una sequenza di asana ideale da praticare appena alzati dal letto, inspirata dal regno animale.
Sequenza di quattro Asana ispirate dagli amici animali.
Adho Mukha Svanasana
Regina tra tutte è forse, Adho Mukha Svanasana (detta anche Parvatasana), il cane a faccia in giù. Una delle asana più importanti per la schiena: allunga il nervo sciatico, allinea la colonna vertebrale, rinforza braccia e spalle. Il cane, ma anche il gatto, esegue questa posizione perfettamente, fino a far toccare il petto a terra, allungandosi con disinvoltura e portando in alto il bacino. Questa posizione è ideale da praticare insieme al grande ispiratore!

Urdhva Mukha Svanasana
Urdhva Mukha Svanasana, il cane (svana) a faccia in su, è ideale da eseguire in Vinyasa dopo Adho Mukha Svanasana. Ottimo esercizio per elasticizzare la spina dorsale e alleviare i sintomi del mal di schiena, lombalgia, sciatalgia, ma anche per stimolare il cingolo scapolo omerale.

Shashankasana
Della luna e della lepre, Shashankasana, la posizione dell’inchino, (più comunemente conosciuta anche come Balasana) anche in questo caso lavora sulla schiena. Si inizia da Vajrasana, s’intrecciano i pollici davanti al pube con gli indici ben allineati per garantire il perfetto allineamento della spina dorsale. Si portano in alto le braccia inspirando, la testa e lo sguardo seguono le mani. Espirando si scende in avanti con la schiena ben dritta fino a portare le mani sul pavimento in Namahasana, con le braccia distese. Qui c’è grande rilassamento e in inspirazione si torna nella posizione iniziale, Vajrasana.

Bhujangasana
Dopo un inarcamento in avanti, arriva armonicamente una controposizione con inarcamento indietro. Ecco a voi la settima posizione del Surya Namaskar: Bhujangasana, il cobra (Bhujang “serpente”, Bhuja “braccio/spalla”, Anga “arto”), una delle Maha Asana, le Asana fondamentali. Anche in questo caso una posa che rinforza la schiena oltre che le braccia e il petto. Il cobra nella cultura indiana rappresenta la saggezza e l’eternità. Pube a terra, gomiti stretti e vicini al corpo, posizione apparentemente semplice. Eseguita con cura ci dona numerosi benefici, accompagna il prana dal secondo Chakra sulla colonna vertebrale verso il settimo, epurando, distillando la Materia in Spirito, dall’istinto al divino.

Conclusione
Se lo scopo del mattino è risvegliare le nostre membra, si tratta di un cammino verso un nuovo giorno, nell’unione tra mente, spirito e corpo. Quando la notte muore, le idee che rattristano sembra lascino il passo al nuovo, al positivo, dalla materia allo spirito, dalla notte al giorno. Così, con la pratica di alcune Asana che simulano la naturale espressione del mondo animale, la spina dorsale, alimento principe della postura, rimane in forma. Siamo così ben retti, preparati ad affrontare nuovi percorsi con la consapevolezza di essere, tutti, parte e insieme dell’universo.
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Ileana
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