
Tantra, i principi base
Spesso in Occidente, quando parliamo di Tantra pensiamo semplicemente a gruppi di persone che si riuniscono per avere orge con la scusa della spiritualità o a tecniche per migliorare le proprie prestazioni sessuali. Il sistema tantrico in realtà è un genuino percorso spirituale che si pone come fine ultimo la liberazione, o l’incontro con Dio, o la perfezione, o il regno dei cieli, o comunque voi vogliate chiamare il trascendente e l’Assoluto.
Il fine ultimo del Tantra dunque è comune alla maggior parte delle altre tradizioni spirituali, anche se il percorso che segue è molto diverso, controverso per sua stessa natura.
DUE PERCORSI SPIRITUALI A CONFRONTO
In antichità la maggior parte dei percorsi spirituali erano di tipo ascetico: le passioni, i desideri, i piaceri erano visti come ostacoli per il praticante sulla via verso la liberazione. L’asceta quindi si ritirava dal mondo e placava i desideri attraverso il distacco dal corpo, con il fine di permettere allo spirito di volare alto e non essere distratto da “bassi” impulsi. Nelle grandi religioni l’approccio ascetico è quello che troviamo maggiormente con ottimi esempi nell’Islamismo, nel Buddismo o nel Cristianesimo.
L’approccio tantrico scardinò gli assunti base delle pratiche ascetiche e propose una nuova, rivoluzionaria visione della spiritualità. Invece di negare il mondo della manifestazione per trovare Dio, l’approccio tantrico aprì la strada alla possibilità di poter sfruttare appieno tutti gli strumenti di cui l’uomo era in possesso per la ricerca. Il corpo quindi, invece che essere respinto e dimenticato, venne utilizzato: si cominciò attraverso l’uso dell’ Hatha Yoga (qui inteso nel suo significato antico di “yoga del corpo”, cioè dell’insieme delle asana) a scoprire tecniche ed esercizi che aiutavano nella ricerca spirituale (troviamo, a mio avviso, un’attitudine simile nell’antico motto della cristianità medievale benedettina “ora et labora”).

In generale quindi, secondo l’approccio tantrico, tutti gli strumenti e gli impulsi che ha l’essere umano, se adeguatamente controllati e indirizzati, possono essere benèfici per la ricerca di Dio; proprio questa caratteristica ha legato lo Yoga e il Tantra con un filo indissolubile.
Al Tantra, secondo alcuni, dobbiamo la nascita delle Asana, del Pranayama e, in generale, di tutte le tecniche per il controllo del corpo che non avevano la possibilità di nascere (o essere scoperte) nella tradizione ascetica, che considerava il corpo come un “nemico”, un “ostacolo”.
Come vedete quindi, il Tantra è lungi dall’essere solo uno strumento per fare sesso migliore. È un intero e genuino sistema di ricerca spirituale in cui la sessualità gioca solo un piccolo ruolo.
(Se sei interessato all’aspetto del Tantra di coppia, leggi anche l’articolo su la sessualità nei diversi chakra).
I PRINCIPI BASE DEL TANTRA
Energia e Chakra
Il mondo che ci circonda, anche se in apparenza materiale, in realtà è un insieme complesso di onde ed energie che interagiscono tra loro. Il corpo umano, secondo la visione tantrica, non è formato solo da carne e sangue, ma è una struttura più complessa e sottile di cui fanno parte anche emozioni, idee, paure e fantasie; esso filtra e assume energia dall’esterno attraverso sette filtri o nodi energetici chiamati chakra (dal sanscrito “ruota”, “disco” o “cerchio”).
I chakra sono punti nel nostro corpo che rappresentano i sette diversi elementi di cui è composta la manifestazione; ognuno è caratterizzato da uno specifico tipo di energia o vibrazione, che emettono e con cui possono interagire.
I chakra sono categorizzati:
- in base alla posizione nel corpo, dal più basso al più alto
- in base al tipo di energia, dalla più materiale a quella più eterea e spirituale
- in base al tipo di vibrazione che emettono, dalla vibrazione a frequenza più lenta e bassa a quella più veloce e alta.
L’energia è dotata di polarità
Tutte le energie nella manifestazione sono dotate di polarità; questo principio è comune sia alla fisica occidentale, che classifica i tipi di energie a seconda della carica che hanno (“+” positiva o “-“ negativa), sia alla antica filosofia cinese che chiama lo stesso principio con un altro nome: Ying (-) e Yang (+):
- Ying è l’energia lunare, ricettiva, femminile.
- Yang è l’energia solare, immissiva, maschile.
Nello Yoga l’obbiettivo del praticante è riuscire a bilanciare il corpo, la mente e l’anima. Quando le energie contrastanti a questi livelli diventano di forza perfettamente identica, si crea un momentum in cui la visione del praticante, non essendo più disturbata dalla continua oscillazione e mutevolezza della manifestazione, può intravedere la struttura ultima dell’Universo e raggiungere uno stato di perfezione che, a seconda della tradizione da cui ci si ispira, viene chiamato Samadhi (nell’Induismo), Nirvana (nel Buddismo) o Beatitudine (nel Cristianesimo).
Questo concetto è egregiamente spiegato da un antico proverbio:

“È come se cercassimo di guardare il fondo di un lago attraverso la sua superficie increspata: è impossibile! Nel momento però in cui le onde si quietano possiamo finalmente vedere ciò che sta dentro il lago.”

Due tradizioni, un obiettivo comune
Nelle tradizioni spirituali di tipo ascetico, lo stato di equilibrio di cui parlo sopra viene raggiunto attraverso la mitigazione delle energie Ying e Yang, utilizzando strumenti come la meditazione, la preghiera e l’astensione dalle passioni. Il principio invece che viene utilizzato dalla scuola tantrica è diametralmente opposto: invece che venire mitigate, le passioni vengono utilizzate per aumentare la polarità tra energia “maschile” e “femminile”. Questo potrà creare un punto di singolarità da cui si generi una ”esplosione di energia” che, utilizzata nella maniera giusta, aiuti il praticante a trascendere la manifestazione.
Quindi, anche se l’obbiettivo di entrambe le scuole è il medesimo, cioè la realizzazione della Verità, diverse sono le strade per arrivarci: mentre la tradizione ascetica considera le passioni un ostacolo, la tradizione tantrica le abbraccia e le utilizza per spingersi al di là della manifestazione.
Articolo originale del 27/1/2016 – Editato e aggiornato il 15/2/2017
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Giulio Pietro Be
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Il Giornale dello Yoga
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Bellissimo ma io di fatto finora ho visto sopratutto locandine con tipi nudi fighissimi in pose ammiccanti per pubblicizzare il corso di tantra. Certamente poi non si tratta di fare l’orgetta però non nascondiamoci dietro un dito: l’erotizzazione è anche uno strumento di vendita meraviglioso. Attivare fantasie sessuali significa vendere alla grande. Se poi, come capita, vedi corsi di tantra per soli uomini, nudisti e gay diventa difficile non pensare che si stia giocando sul doppio filo tra spiritualità/consapevolezza e mera orgetta. Infine se a tenere il corso è l’ex cubista, o il muscoloso “tronista di turno” diventa ancora più… Continua a leggere »