
Roma in festa per lo Yoga
Yoga Festival Roma
Siamo andatati a visitare lo Yoga Festival Roma, uno degli eventi più famosi e completi nel vasto e variegato panorama dello yoga in Italia, e quello che abbiamo visto ci è piaciuto molto.
Il festival è durato tre giorni, durante i quali abbiamo incontrato yogi e yogine provenienti da tutto lo stivale, ognuno con la sua storia da raccontare e le sue riflessioni da condividere. È stata un’occasione magica per poter conoscere stili di yoga diversi, poter sperimentare, poter praticare in compagnia di altre persone che condividono lo stesso percorso. Come ciliegina sulla torta, la location è splendida, con vista mozzafiato sul cupolone di S. Pietro.

Che cos’è Yoga Festival?
Yoga Festival è una serie di convention che fa tappa anche a Roma e che riunisce scuole e maestri da tutta Italia e ospiti internazionali; ogni evento dura tre giorni, in cui vengono organizzati seminari, conferenze e workshop sullo yoga, la meditazione e la spiritualità.
Per l’occasione si riuniscono sotto lo stesso tetto insegnanti e praticanti nazionali ed internazionali delle più disparate tradizioni, vecchie o nuove, tradizionali o innovative, spirituali o prettamente fisiche che siano. Il Festival infatti è pensato per fornire un punto di incontro al vasto e variegato mondo dello yoga, in modo da poter creare un momento di contatto, di scambio e di confronto.
In sintesi quindi lo Yoga Festival può essere un ottimo punto di partenza per i curiosi o per i praticanti alle prime armi ed un incredibile momento di crescita per gli yogi più esperti.
Se vuoi maggiori informazioni sugli eventi, visita il sito di Yoga Festival
Quanto costa?
Il biglietto Ingresso Basic costa 15 euro al giorno e dà diritto a partecipare a tutte le conferenze, gli eventi, le free yoga class della giornata, ma non solo… Infatti il festival di Roma si svolge all’interno di una meravigliosa villa del XV secolo, e quindi il biglietto dà diritto anche di aggirarsi all’intero delle sue stanze o di godersi il sole nel suo parco dove, tra uno stand di yoga e l’altro, spunta all’improvviso il magnifico cupolone di S. Pietro. Uno spettacolo!
Il biglietto base non dà tuttavia accesso a nessun workshop (tranne quelli gratuiti che si svolgono all’aperto), un vero peccato visto la qualità degli insegnanti che partecipano. Per poter iscriversi ad uno di questi bisognerà prendere Ingresso Plus, dal costo di 55 euro, con cui si avrà diritto all’accesso ad un seminario pratico (dalla durata media di tre ore) con i più famosi insegnanti italiani e internazionali o all’Ingresso Giornaliero, che per 90 euro dà diritto a seguire in maniera illimitata tutti i workshop nell’arco della giornata.
Il prezzo non proprio economico per avere accesso ai seminari, anche se rischia di non garantire l’accesso a tutti, è, a nostro avviso, giustificato dall’esclusività del luogo e dalla taratura internazionale dei maestri invitati all’evento.
Per finire, incluso nel prezzo del biglietto Plus o giornaliero, avrete diritto ad essere deliziati da uno squisito buffet vegano, in cui troverete piatti sempre diversi a colazione, pranzo e merenda, studiati appositamente dalla nutrizionista Irene Tornisello per i praticanti di yoga (meravigliosa a pranzo l’insalata di quinoa con verdure e le semplici ma gustose carote saltate con semi di sesamo, sorprendenti invece i muffin gluten free al grano saraceno e more che abbiamo divorato per merenda!).

Dallo Hatha al Vinyasa Flow, per ogni gusto uno stile
Volete provare l’Ashtanga Yoga più tradizionale? O magari dilettarvi con qualche posizione di Acro Yoga? O sperimentare un nuovo stile che accorpa più tradizioni? Allora questa è la manifestazione che fa per voi!
Allo Yoga Festival Roma il vasto panorama dello yoga era quasi completamente coperto: dallo Iyengar Yoga al Vinyasa Yoga Flow, passando per lo Yoga Himalayano e lo yoga della tradizione Van Lysebeth. Un melting pot di stili dove, per tre giorni magici, si poteva trovare tutto e il contrario di tutto, dove mentre in una yoga hall si teneva un workshop di silenzioso e meditativo Hatha Yoga, accanto veniva praticato un irriverente corso di Yoga Beats, lo yoga del movimento spontaneo a ritmo di musica, dove giovani yogi con enormi tatuaggi di yantra sulla schiena si mescolavano in armonia con donne in sari e uomini col turbante.

Vista l’importanza dell’appuntamento, non potevano certo mancare stili di yoga più moderni, come Anusara Yoga, scuola tantrica non dualistica nata nel 1997 negli U.S.A. o Yoga Ratna, scuola per insegnanti nata in Italia dall’esperienza di Gabriella Cella Al-Chamali.
La nostra esperienza
Abbiamo personalmente partecipato ad alcuni workshop per provare sulla nostra pelle cosa significasse il Roma Yoga Festival, in maniera tale da potervelo descrivere al meglio.
Profondo, emotivo ed intenso è stato il workshop di venerdì pomeriggio condotto da Antonio Nuzzo, insegnante della tradizione Van Lysebeth, con oltre 40 anni di esperienza alle spalle. Con dolcezza e calma, Nuzzo ha guidato la classe attraverso le asana, trasformando l’esercizio fisico in un’esplorazione di sé stessi. Bellissimo.
Unica pecca, a nostro avviso, il fatto che Antonio si sia presentato a lezione vestito di arancione, come uno swami indiano, anche se non abbiamo notizie del fatto che sia stato iniziato alla vita monastica dell’induismo.


Sabato mattina invece ci siamo svegliati presto per andare alla classe di Stewart Gilchrist, durante la quale lo scozzesissimo insegnante sembrava William Wallace di “Braveheart” che incitava le sue truppe in kilt per l’assalto agli inglesi. Alla fine di questa bella e movimentata lezione di Ashtanga Vinyasa Flow, eravamo piacevolmente esausti e forse ancor più sudati dei soldati scozzesi dopo la battaglia.
Quando Giulio Pietro Be si è avvicinato a Stewart per chiedergli come la pratica del Vinyasa si sposasse con i tradizionali insegnamenti degli Yoga Sutra di Patanjali o come, ad esempio, questo stile aiutasse a calmare la mente e raggiungere uno stato di pratyahara, il controllo dei sensi, abbiamo assistito ad una bella discussione che ha fatto intuire gli anni di studi e la profonda conoscenza dei testi classici dello yoga di Gilchrist. Il suo consiglio è stato lo stesso che dava Pattabhi Jois ai suoi allievi: “Pratica dieci anni questo stile, quando non sentirai più fatica nel corpo allora comincerai ad accorgerti degli effetti sottili di questo tipo di yoga”.
Non solo Asana
Lo Yoga Festival Roma non è solo asana e pratica fisica, durante la manifestazione abbiamo trovato anche numerose interessanti conferenze, concerti all’aperto e proiezioni di documentari che ci hanno tenuto costantemente impegnati anche quando non eravamo sul tappetino. A questo riguardo è stata bellissima la conferenza dei dottori ayurvedici Choudry e Vinayachandra B. K. sui mantra e la psicologia dello Yoga che ci ha dato un assaggio, anche pratico, degli effetti sottili del suono sul corpo.
Toccante la proiezione del film “La Via Interiore – Meditazione a Rebibbia”, un lungometraggio che parla dell’esperienza di insegnamento della meditazione ai carcerati nella prigione di Rebibbia avuta dal monaco Zen Dario Doshin Girolami e la successiva conferenza presieduta dal monaco stesso.
Conclusioni
Lo Yoga festival è stato bello e intenso, profondo e movimentato, pacifico e tonificante. Un’esperienza unica vissuta all’interno da uno scenario da sogno, coccolati da ottimi insegnanti, cibi prelibati e piacevole compagnia.
Se volete provare l’esperienza, potete partecipare al prossimo evento, Yoga Festival Milano, che si terrà il 14, 15, 16 ottobre.
Potete trovare tutte le informazioni qui: Yoga Festival Milano
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