
Restorative yoga: rigenerazione e cura di sé
Susanna Cesarini
Rilassante e rigenerante, il restorative yoga è un’ideale pratica anti-stress per ritrovare il benessere nella vita quotidiana e la cura di sé. Poche posizioni tenute a lungo e comodamente grazie a supporti (coperte, cuscini, mattoni, cinture, sacchi di sabbia, cuscinetti per occhi, sedie), per portare il corpo e la mente in uno stato di profondo rilassamento.
La sala è nel completo silenzio, le luci sono soffuse, c’è un gradevole calore. L’insegnante resta vigile, non pratica e non parla, mentre i praticanti sono immobili nelle loro asana e respirano quietamente, avvolti in una coperta e con una mascherina sugli occhi. Con un leggero tocco di cimbali, l’insegnante invita a riportare la consapevolezza sul respiro e quindi a uscire dall’asana mettendosi su un fianco e passando lentamente in posizione seduta.
È una lezione di restorative yoga, una pratica finalizzata a rigenerare e rilassare.

Cos’è il restorative yoga
Si tratta di uno stile moderno che trae origine dall’hatha yoga, e una sua caratteristica evidente è il grande uso di supporti (coperte, cuscini, mattoni, cinte, sedie, cuscinetti per gli occhi), nati per agevolare la pratica su indicazioni del maestro indiano b.k.s. iyengar.
Negli anni 80 la sua allieva Judith Hanson Lasater iniziò a usare i sostegni per togliere sforzi e tensioni nell’esecuzione delle posizioni, consentendo di tenerle molto a lungo.
Dagli anni 2000, Bo Forbes, psicoterapeuta e insegnante di vinyasa yoga, iniziò ad approfondire le valenze neuro-scientifiche del restorative yoga.
Come si pratica il restorative yoga
Nella grande quantità di supporti, si possono riconoscere posizioni note come balasana (il bambino), ardha viparita karani, (l’atteggiamento capovolto) eseguita con il supporto della sedia, e supta baddha konasana (il ciabattino reclinato). Il restorative yoga propone circa una cinquantina di asana supportate, e la regina è sicuramente shavasana, la posizione “ufficiale” per il rilassamento, prevista in molte varianti, per dare benefici diversi.
In una lezione di restorative yoga si praticano solo tre, quattro asana, tenute molto a lungo. Sono anche previsti momento di ascolto di sé, delle proprie tensioni fisiche e dell’attività della propria mente, soprattutto all’inizio e alla fine della lezione.

I benefici del restorative yoga
Il primo, immediato beneficio è una nuova sensazione di benessere, dovuta all’attenuarsi delle tensioni fisiche e al sentirsi in uno stato di quiete profonda. Infatti, l’immobilità ha come effetto il rilassamento del corpo e il rallentamento del flusso dei pensieri, che possono trasformarsi in un piacevole flusso di immagini.
Con la pratica regolare del restorative yoga, questa condizione di benessere diventa duratura e stabile, consentendo di ritrovare con più facilità un equilibrio interiore.
Il restorative yoga porta anche un beneficio “indiretto”, ma molto profondo. A fronte di una pratica fisicamente passiva, è essenziale l’attenzione attiva del praticante, che, durante la preparazione dell’asana, deve dare all’insegnante feedback sulla disposizione dei supporti, per raggiungere una totale comodità nella posizione. Questo porta a sviluppare l’auto-ascolto e la capacità di conoscersi, che, nella quotidianità, porta a una condizione di maggior attenzione e rispetto dei propri bisogni e dei segnali del proprio corpo.

Come funziona il restorative yoga
Creando una posizione comoda e rallentando il flusso dei pensieri, il restorative yoga stimola il sistema nervoso parasimpatico, quella parte di sistema nervoso che placa la frequenza dei battiti, abbassa la pressione cardiaca, rilascia la tensione nei muscoli, rallenta il respiro. Pone il cervello in uno stato di osservazione rendendolo meno reattivo ai pensieri e alle emozioni che la mente continua a proporre.
Gran parte delle patologie psicofisiche attuali dipendono da uno stile di vita che ci tiene sempre reattivi e vigili e che, conseguentemente, stimola in modo continuo ed eccessivo il sistema nervoso simpatico, quella parte di sistema nervoso che accelera le funzioni del corpo.
La pratica regolare del restorative yoga può essere considerata una sorta di allenamento del nostro sistema nervoso che, grazie alla “neuro plasticità” (la capacità del cervello di modificarsi in risposta agli stimoli esterni), impara a essere meno reattivo anche nei momenti che normalmente avrebbero portato tensione e stress. Con il tempo, si rafforza uno schema emotivo più sano e equilibrato e si gestiscono meglio le sollecitazioni cui siamo sottoposti.
Il raggio d’azione del restorative yoga
Stare nel silenzio, fermi, raccolti in sé stessi, è un forte stimolo al nostro potenziale di autoguarigione e alla capacità di reagire.
evidenze scientifiche riconoscono che il restorative yoga è ottimale per affrontare sintomatologie legate a stress ed ansia, poiché riduce i livelli di cortisolo (ormone dello stress). Agisce efficacemente sull’ipertensione, sul dolore cronico, sulla fatica fisica, sull’insonnia e sull’infertilità.
Inoltre, la pratica regolare di restorative yoga rafforza il sistema immunitario, migliora i processi digestivi, stimola il sistema linfatico, migliora la circolazione e l’ossigenazione del sangue.
Il restorative yoga può essere d’aiuto anche per la sintomatologia della depressione, perché porta un aumento della concentrazione, dell’equilibrio e dell’autostima, nutrendo la creatività.

Dove praticare il restorative yoga
Trattandosi di una pratica con i sostegni, il restorative yoga consente a chiunque di provare i benefici dell’immobilità nel comfort e della quiete mentale. È adatto a tutti senza limiti di età, salute o di condizione fisica, anche alle donne in gravidanza, e non richiede di avere esperienze precedenti con lo yoga.
In italia il restorative yoga è agli esordi. Fa riferimento a un’allieva e assistente di Judith Hanson Lasater, Audrey Favreau, il cui background di coach professionista si associa a un’intensa esperienza personale di risoluzione dello stress con il restorative yoga. Di base a milano, conduce corsi, workshop e teacher training, oltre a proporre corsi per organizzazioni e aziende.
Il restorative yoga può essere praticato in gruppo, un appuntamento regolare di relax e cura di sé, oppure in un percorso individuale, un’occasione per lavorare su specifiche problematiche personali.
Sul sito Restorativeyoga.it si trova sia l’elenco degli insegnanti certificati, sia il percorso di formazione per insegnanti con riconoscimento yoga alliance.

Conclusioni (riflessive): yoga per la compassione di sé
Pensando alla mia esperienza di insegnante, ho scelto il restorative yoga non solo perché ho riscontrato una grande efficacia nel trattare i sintomi psico-fisici, ma anche perché credo sia la strada giusta per generare un profondo cambiamento interno.
Siamo spesso superficiali e distratti rispetto ai nostri bisogni, non ascoltiamo i segnali di sofferenza del corpo e della mente, ci carichiamo di impegni e di fatica. Oppure siamo critici verso le nostre azioni, non ammettiamo debolezze e giudichiamo pesantemente i nostri sbagli. Tutto questo significa che non abbiamo compassione per noi stessi, un dato di realtà che porta a una condizione di profondo malessere, indipendentemente dalle condizioni di vita più o meno favorevoli. Inoltre, quando non si ha compassione per sé stessi, non la si può avere per gli altri, e la stessa durezza che rivolgiamo a noi stessi la rivolgeremo a chi ci è vicino.
Il restorative yoga ci riporta dentro di noi, invitandoci all’ascolto e all’accettazione di quello che siamo, consapevoli del nostro potenziale e pronti a muoverci per superare i nostri limiti.
Questi sono i passi necessari per trovare quel benessere e quella serenità di cui abbiamo bisogno.
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Susanna Ceccarini
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Il Giornale dello Yoga
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