
Preservare la spiritualità del Tibet, il monastero di Galingteng
Un progetto concreto, il monastero di Galingteng
A Galingteng, un piccolo villaggio di nomadi della Contea di Derge, si trova uno dei luoghi sacri più importanti del Tibet orientale: il Monastero di Galingteng. Sostenere questo monastero significa proteggere l’identità culturale e la spiritualità tibetana per trasmetterla alle nuove generazioni e farla conoscere anche nel resto del mondo.
Il Monastero nato come monastero Nyingmapa, è stato poi affiliato alla tradizione Sakyapa dai reggenti di Derge e ancora oggi combina pratiche delle due tradizioni. Lha Lung Dpal Gyi rDorje, i Mahasiddha A Gyi rDorje, A Gnyan Kungda’Grags, Kunga Palden, Khyentse Choekyi Wangchuk sono alcuni dei più famosi maestri che hanno vissuto, studiato e praticato qui.
ASIA, ONLUS che lavora dal 1988 presente in tutte le regioni della Cina abitate dai tibetani ed è
l’unica ONG italiana presente in quest’area, vuole costruire altre 18 stanze nel Centro di ritiro sulla montagna sacra di Shub lung e un tempio, che verrà utilizzato come aula, e fornire tutte le attrezzature necessarie. Inoltre verrà avviata la manutenzione del sistema si approvvigionamento idrico.

I beneficiari di questo progetto sono gli studenti che andranno in ritiro nel Centro, l’insegnante, i 108 monaci in attesa di intraprendere questo percorso, i 2 abbati del Collegio di studi e i 100 monaci che vivono nel monastero.
Il progetto avrà anche un impatto indiretto sulle 3000 persone che vivono nel villaggio di Galingteng: operai, carpentieri e decoratori saranno del luogo e le famiglie degli studenti, grazie all’aiuto di ASIA Onlus, non saranno gravate dai costi del mantenimento agli studi dei propri figli.
ASIA da quasi 30 anni lavora nelle regioni tibetane della Cina occidentale, in India, Nepal, Myanmar, Mongolia e Sri Lanka con progetti di cooperazione.
Per raccontarvi l’importanza e la storia di questo monastero abbiamo intervistato Andrea dell’Angelo, Direttore di ASIA, che dal 1993 si occupa di dare forma ad un programma integrato per sviluppare l’intera area dove sorge il monastero.
Qual è l’importanza di questo monastero?
Questo monastero è un luogo tramite il quale è possibile continuare a conservare l’identità, il patrimonio storico e culturale del popolo tibetano. E questo luogo è fatto di persone, di monaci che custodiscono un’eredità culturale che potrebbe scomparire per sempre. Nel Centro di ritiro che vogliamo costruire i monaci-studenti vivranno per 4 anni in ritiro.
La storia di questo monastero è poi fortemente legata alla nostra Associazione; il fondatore di ASIA, Chögyal Namkhai Norbu ha studiato qui e ci ha passato parte della sua infanzia.

Perché il Centro di ritiro e il tempio verranno costruiti proprio sulla montagna di Shub lung?
Questa montagna è quella più importante tra le 25 montagne sacre che si trovano nelle regioni tibetane della Cina.
Lavorate in questo villaggio dal 1993, che cosa avete fatto per aiutare il monastero?
Abbiamo iniziato costruendo e ingrandendo il collegio di studi del Monastero, poi abbiamo restaurato i monumenti storici, ricostruito i dormitori del collegio di studi, fornito tutte le attrezzature necessarie per la libreria, la cucina e i dormitori del collegio, restaurato i dipinti murali del tempio Mahakala, costruito 14 case di ritiro sulla montagna sacra di Shub lung e avviato il sostegno a distanza dei monaci che vivono nel monastero.
E per la comunità?
Abbiamo edificato una scuola, costruito una clinica e formato il personale medico.
“La religione buddista ci insegna ad essere generosi e a non danneggiare gli altri ma ad aiutarli…”
Perché c’è bisogno dell’aiuto di tutti?
In passato i monasteri venivano sostenuti dagli abitanti del villaggio, ma oggi la comunità tibetana è in difficoltà economica e non può affrontare le spese dei monasteri. Continuare a far vivere i monasteri significa proteggere valori come la non-violenza, la tolleranza, la compassione quello di cui la nostra società ha bisogno. Vuol dire anche aiutare la Comunità che vive intorno al Monastero di non le proprie radici culturali.
Quali sono i prossimi step?
Nel corso del 2016 abbiamo iniziato a costruire le altre 18 stanze del Centro di ritiro e il tempio, ma per continuare i lavori abbiamo bisogno di altri fondi inoltre dovremo acquistare gli arredi delle stanze e anche sviluppare il sistema idrico oggi insufficiente e inefficiente per servire l’intera comunità.
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Il Giornale dello Yoga
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