
Intervista con il Maestro Willy Van Lysebeth
Yoga, Tra Sogno E Risveglio Interiore
Partecipare ad un seminario di yoga condotto da Willy Van Lysebeth, è un’esperienza totalizzante: le sue lezioni sono laboratori sperimentali ove il corpo è la materia grezza da raffinare e il soffio, la coscienza, il silenzio, come in un procedimento alchemico, sono gli agenti catalizzatori capaci di trasmutare questa materia grezza in oro.
L’allievo viene proiettato in un Universo Yoga in cui i parallelismi e le correlazioni con psicoanalisi, misticismo, simbolismo, arti figurative, musica, danza intesa come poetica del gesto, aprono alla mente orizzonti sempre più ampi. Dopo, non sei più lo stesso e cambia anche radicalmente qualsiasi idea stereotipata tu possa avere dello yoga. Docente del corso di formazione e specializzazione insegnanti yoga della FMY, Willy è figlio d’arte.
Suo padre Andrè Van Lysebeth, il cui insegnamento ha formato numerose generazioni di insegnanti di yoga, è considerato il pioniere dello yoga in occidente: impossibile non aver letto almeno uno dei suoi libri, pubblicati in una dozzina di lingue in tutto il mondo.
Willy è vulcanico proprio come la terra che lo ospita per questo seminario, la Sicilia e più propriamente Catania, che di vulcano ne ha uno sempre in fermento, l’Etna. I suoi occhi azzurri brillano di una forte luce interiore, l’espressione del suo viso sempre sorridente ti conquista immediatamente, la gestualità del suo corpo che vibra di un’inesauribile energia esprime grande dedizione e passione per l’insegnamento dello yoga.

Lo Yoga Integrale Van Lysebeth: Tradizione e Ricerca Costante
Il tema del seminario è complesso: “Sogno e risveglio Interiore”. Gli argomenti trattati sono molteplici, utilizzeremo le antiche tecniche yogiche di trataka, yoga nidra, pratyhara e dharana, per addentrarci in sentieri meno battuti quali l’importanza del sogno nello yoga, i sogni lucidi, yoga ed inconscio, sperimentare l’akasha, lo spazio cosmico, conoscere le origini arcaiche e shamaniche dello yoga. Willy è travolgente, un fiume in piena, e non è possibile distrarsi neanche un attimo!
Tutto questo entusiasmo e passione ti coinvolgono profondamente: pur essendo ancorato solidamente alla tradizione yogica di cui suo padre è stato capostipite in occidente, è subito chiaro che la ricerca costante è quella che anima il suo insegnamento e la sua didattica. Willy che oltre ad essere un Maestro di yoga di rilevanza internazionale è anche psicologo e psicanalista freudiano, lavora tra l’altro con bambini autistici ed adolescenti con problemi di tossicodipendenza ed è docente nei corsi di formazione insegnanti yoga in diverse scuole europee.
Nei suoi seminari approfondisce, tra gli altri, i temi del rilassamento profondo, della pedagogia dello yoga, dello yoga mentale, del soffio e della meditazione. I suoi principali maestri sono stati Satyananda, Satchidananda (il guru di Woodstock), Satchidananda di Madras (lo yogi silente), di cui ha seguito l’insegnamento per più di trent’anni, ma la sua fondamentale fonte di riferimento, oltre a suo padre, naturalmente, è Ramana Maharshi. Di recente Mursia pubblicato il suo libro “Yoga al cuore dell’essere”

Satyananda

Satchidananda

Ramana Maharshi
L’importanza della Pedagogia nello Yoga Moderno
Come ha dichiarato in numerose interviste e conferenze, per Willy la pratica dello yoga è di fondamentale importanza perché ci aiuta a riequilibrare i ritmi stressanti del tran tran cittadino e quindi dovrebbe entrare di diritto a far parte della vita quotidiana di tutti noi: lo yoga moderno differisce da quello tradizionale nella pedagogia, cioè nella maniera di trasmetterlo, perché lo yoga oggi viene proposto in diversi ambiti e contesti, nelle scuole ai bambini e ragazzi, in ambito medico o negli ospedali, nelle aziende, agli atleti e ballerini per prepararsi a gare e performances, agli anziani etc. Tutto ciò non esisteva nella tradizione indiana, ed è quindi necessario adattarlo alle diverse tipologie di destinatari, rimanendo comunque rigorosi nel contenuto e nel valore, rispettando i principi tradizionali della pratica yogica.
GdY: Tu hai ‘respirato’ lo yoga sin dalla più tenera infanzia, a casa Van Lysebeth a Bruxelles transitavano sempre numerosi Swami e Guru indiani invitati da tuo padre a tenere conferenze e seminari in tutta Europa, che impressione aveva Willy bambino di queste figure carismatiche?
Willy: Andrè era discepolo di Swami Sivananda che lo spronò a divulgare lo yoga in occidente e che gli suggerì di pubblicare un giornale, e mio padre che era anche tipografo diede vita alla rivista “Yoga”, che lui pubblicò regolarmente fino alla sua morte. Nella nostra casa soggiornarono anche per lunghi periodi parecchi Maestri e Yogi, i più conosciuti erano Swami Satyananda e Satchidananda di New York dei quali papà era amico e coetaneo. Mi ricordo in particolare di uno Swami indiano, che restò da noi per circa un anno. Io non avevo ancora 6 anni ed ero veramente affascinato da questa figura, magra e con la barba lunghissima. Sembrava un fachiro! Osservavo lui e mio padre mentre praticavano e provavo ad imitarli, facevo Sarvangasana o recitavo il Gayatri Mantra! Quando passeggiavamo per strada tutti guardavano questo strano personaggio, anche con un po’ di paura e diffidenza, erano gli anni 50 ed era ancora lontana l’epoca dei Beatles e non era ancora diffusa la moda di andare in giro con il proprio maestro spirituale indiano!

GdY: Shiva è il creatore dello yoga ma anche della danza, che connessioni ci sono tra le due discipline? Tu hai insegnato yoga nella prestigiosa scuola di danza “Mudra” di Maurice Bejart, raccontaci qualcosa di quella esperienza.
Willy: Ho insegnato yoga per un paio di anni alla scuola di Bejart, negli anni settanta. Nonostante il rigore classico della scuola venivano insegnate diverse discipline, il canto, il ritmo, la scenografia ed anche lo yoga. Ai ballerini insegnavo il soffio, la danza immobile, la meditazione che essi praticavano soprattutto prima di ogni performance. Shiva Nataraja, figura emblematica dello Yoga è il re della danza, e al contempo, il simbolo stesso dello yoga: dà forma alle forze della creazione-distruzione.
Possiamo trovare Shiva danzante al ritmo del damaru, strumento di percussioni che palesa le pulsazioni localizzate nel diaframma, nell’orecchio interno, nei lombi, nella gola, nel cuore. Lo yogi applica il distacco della motricità, e può vivere il paradosso di essere nel gesto, come se fosse un ballerino e allo stesso istante rimanere contemplativo, immobile, finchè compie dei gesti: una meditazione in movimento. L’immobilità non è il contrario del movimento: l’immobilità è una danza. Seduti immobili in meditazione, si danza!

GdY: Lo yoga che proponi è ricco di neologismi, contaminazioni dei sensi e paradossi. Ci inviti ad “erotizzare” la colonna, a danzare immobili, a respirare senza respirare, ad esplorare i nostri sensi per poi disidentificarci dal corpo e distaccarci dalle emozioni… Ci vuoi forse ricordare che lo yoga, come affermava Patanjali negli Yoga Sutra, è il superamento e l’integrazione di tutti gli opposti?
Willy: Si, ed è proprio questo lo Yoga Integrale. La sua esperienza unisce tutti i livelli della vita psichica e somatica. Il piacere, che è gioco, creatività, condivisione, sono riferimenti al Tantra, la vitalità essenziale, evolutiva e questa creatività nello yoga è una apertura all’Intelligenza del corpo, a l’intuizione. Con mio padre abbiamo animato congiuntamente molteplici week-end dedicati al Tantra. Esso mira a valorizzare la sensazione attraverso l’esplorazione creativa; vedere nel Tantra solo gli aspetti sessuali è una deviazione che snatura completamente il suo linguaggio profondo.
Nello Yoga questo piacere primario, corporeo, quasi cellulare, è rinvenibile nelle svariate pratiche: dal rilassamento, al contatto con la propria visceralità. Vi auguro di disegnare la vostra colonna in modo diverso da quello abituale, cioè erotizzandola e conferendole creatività. Un erotismo vertebrale ludico, produttivo di un autentico godimento, come se fosse un’effettiva danza vertebrale.
I paradossi sono la via verso la sublimazione di tanti opposti e antagonismi. Esplorando delle realtà pulsanti, dinamiche, lo Yoga stimola delle reazioni apparentemente opposte. Ritroviamo non solamente la dialettica dei due elementi, due classici, la luna e il sole. Le polarità e le loro interazioni giocano un grande ruolo nell’equilibrio, nello Yoga. Shiva e Shakti è l’interazione sia nella bisessualità che nell’approccio tantrico, nel quale c’è anche una dialettica e cioè inspiro-espiro, luna-sole, alto-basso, sinistra-destra, immobilità-movimento, veglia-sonno… Abbandoniamoci ai paradossi, alle interazioni e inclusioni reciproche e creative dello Yoga!

GdY: Tuo padre Andrè aveva già sottolineato l’importanza dell’immaginazione nella pratica yogica, tu ci parli di uno Yoga Virtuale. In cosa consiste e che applicazioni pratiche può avere nel campo specifico del potenziamento dell’attenzione e della memoria? Può essere proposto a persone con ridotte capacità motorie?
Willy: Il nostro cervello ha una bella plasticità. Sapete senz’altro che le immagini motrici provocano quasi le stesse reazioni cerebrali dei movimenti reali, effettivi. La risonanza magnetica nucleare ed altri strumenti volti a studiare scientificamente la sola immaginazione dei gesti nel cervello, dimostrano che questi ultimi sono assolutamente assimilabili quanto a registrazione nella corteccia cerebrale a dei gesti effettivi, concreti, reali. Quindi, sia che si effettui realmente il movimento o che lo stesso venga immaginato e quindi attuato virtualmente, la corteccia cerebrale registra puntualmente entrambe le modalità e in entrambi i casi vengono stimolate aree cerebrali similari.
Lo yoga nell’interazione tra sistema nervoso periferico, sistema nervoso centrale e la gestualità mentale va oltre: attraverso l’impiego della consapevolezza, del soffio, dell’osservazione, agisce a un livello specifico non altrettanto rinvenibile nella pratica dello sport o della educazione fisica. Questa evidenza è importante per lo sviluppo personale, ma anche per il suo largo impiego ad esempio in quelle patologie neurologiche invalidanti che non consentono al soggetto di muoversi normalmente. Se lavorate con bambini, o anziani o con persone costrette a letto, usando le immagini motrici e i micromovimenti, proponete una ginnastica ugualmente importante, dal momento che è attiva anche a livello della corteccia motrice.

GdY: Tu hai curato l’edizione della Nuova Enciclopedia dello Yoga, che è un compendio di 4 libri scritti da Andrè, presentati in una versione fresca ed attuale, una vera Bibbia per l’insegnante di yoga moderno! L’edizione francese è uscita nel dicembre scorso, a quando la tanto attesa edizione italiana?
Willy: Non si sa di preciso, perché questo dipende dall’editore, che ora detiene tutti i diritti sul libro.
GdY: Ringraziamo il Maestro Willy Van Lysebeth per la sua disponibilità e speriamo di avere presto l’occasione di parlare con lui di questo splendido libro in un prossimo articolo.
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Intervista con il Maestro Willy Van Lysebeth
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Partecipare ad un seminario di yoga condotto da Willy Van Lysebeth, è un’esperienza totalizzante. L’allievo viene proiettato in un Universo Yoga in cui...
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Lorena Arcidiacono
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Il Giornale dello Yoga
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