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Intervista a Nashyananda. L’armoniologia e lo yoga tra i banchi di scuola.

Intervista a Nashyananda. L’armoniologia e lo yoga tra i banchi di scuola.

Conobbi Nashyananda, autrice ed insegnante di yoga a Roma, in un fresco pomeriggio autunnale del Duemila. Nashyananda, affettuosamente chiamata Nashy dagli allievi, appariva come una donna dagli occhi ridenti e dai modi affabili, dal parlare spedito e dalla voce squillante.

Dopo avermi fatto accomodare, mi chiese di raccontarle qualcosa di me, quindi mi spiegò brevemente in che cosa consisteva l’insegnamento, mi parlò un po’ degli inizi dell’attività e mi raccontò dell’incontro con il Maestro armoniologo tibetano, Salwen Altyn, dal quale, precisò, era stata iniziata allo yoga della gioia nel 1963.

Prima di salutarci, mi sottopose ad una sorta di test facendomi leggere alcuni passaggi da un libro che aveva pubblicato. Superai la prova ed ella mi donò un’audiocassetta, dopo di che ci salutammo con l’intesa di rivederci al più presto, cosa che avvenne di lì a poco, infatti alcuni giorni più tardi cominciai a seguirne le lezioni.

Dopo pochi mesi sorse in me l’idea di farle un’intervista durante la quale le avrei chiesto di parlarmi dei benefici dello yoga, dell’incontro col Maestro e dell’esperienza personale con una classe di alunni di una scuola romana. L’intervista, mai pubblicata finora, abbiamo concordato in tempi recenti di renderla fruibile a tutti. Ed è quella che segue.

Armoniologia, yoga e succo di frutta

D.: <<Nashyananda, vuoi parlarci dell’incontro col Maestro e di quello che lo yoga ha significato concretamente per te?>>

R.: <<Ho incontrato Salwen – questo è il nome del Maestro tibetano che mi ha fatto conoscere questa splendida disciplina – in un momento particolare dell’esistenza. Ero poco soddisfatta di me stessa, ero alla ricerca di un “qualcosa” che neanche io sapevo identificare, insomma, qualcosa che rispondesse ai mille perché che sin da bambina mi ero posta, sin dagli anni più lontani di quella che potrei definire un’infanzia davvero poco felice. L’ho incontrato alla fine dell’inverno del 1963 sulla spiaggia di Torvajanica, località balneare vicino a Roma; avevo un libro di yoga in mano, lui mi ha visto, e quando mi è stato vicino guardandomi negli occhi mi ha domandato: “Cerchi un maestro? Eccomi!”. L’ho guardato come si può guardare un folle, ma ho capito subito che quell’incontro mi avrebbe cambiato la vita, in meglio s’intende, e così è stato. Da lui, educato nei monasteri tibetani e all’epoca già avanti negli anni – era nato nel 1899 – ho imparato quello che ancora oggi trasmetto agli allievi.

    Dagli insegnamenti del Maestro armoniologo ho tratto lo spunto per sviluppare un particolare metodo per armonizzare il modo di parlare nel quotidiano al quale ho dato il nome di “linguaggio affermativo”. L’armoniologia affonda le radici nel Raja yoga e consiste nello studio della scoperta che estasi ed attività possono essere, sempre più profondamente, la stessa cosa.

    Ho cominciato ad insegnare nel 1972, dapprima nei saloni di bellezza e nelle palestre; una decina d’anni più tardi ho avuto l’opportunità di farlo in una scuola media, quando ancora la gente sentendo parlare di yoga pensava che ci si riferisse al marchio di un noto succo di frutta. Avvenne così: un compagno di classe di Yvan (il secondogenito di Nashy; n.d.a.) parlò di me al professore di religione – un monaco benedettino che s’interessava anche di discipline orientali -; questi mi chiese se mi sarebbe piaciuto insegnare yoga a scuola ed io risposi di sì. Insegnavo durante l’ora di religione, una volta la settimana, e andai avanti in questo modo per una stagione, fino a quando la preside mi comunicò che lo yoga era al di fuori del programma scolastico; così, sebbene insegnassi gratis, fui costretta a smettere. >>

Yoga, succo di frutta
Monaco benedettino

A scuola di yoga

D.: <<Ci vuoi raccontare quale fu la risposta dei ragazzi della scuola media, il loro approccio allo yoga?>>

R.: <<Entusiasti, sin dalla prima lezione. Cominciammo all’inizio del mese di novembre, faceva ancora freddo, perciò la lezione si svolgeva nell’aula, tra i banchi – la scuola era sprovvista di palestra -, ma quando il tempo lo permetteva uscivamo all’aperto. La scuola, di metodo Montessori, era all’interno di Villa Ada. Puoi immaginare la felicità dei ragazzi quando potevano uscire e muoversi liberamente, la prima cosa che facevano era togliersi le scarpe per sentire la terra nuda sotto ai piedi! I ragazzi sono pieni di energia, per me era meraviglioso essere con loro. Si divertivano immensamente. L’insegnante di religione condivideva con noi quegli straordinari momenti, sembrava che fosse tornato bambino!>>

D.: <<Come si svolgevano le lezioni? Che cosa insegnavi?>>

R.: <<Innanzi tutto posizioni classiche – scrivevo appositamente delle favole al fine di far imparare meglio le posizioni – e tecniche di respirazione individuali e di gruppo. Chi ha già insegnato lo yoga tra i banchi di scuola sa quanto i ragazzi si divertano ad assumere le varie posture e quanto siano positivamente ricettivi ad imparare le tecniche yogiche di respirazione! I ragazzi hanno la mente ed il corpo così flessibili! Amatissime erano Sirsasana, Bhastrika e la “respirazione del gatto”, una tecnica che aiuta a sviluppare la fantasia ed emozioni sempre più positive: ai ragazzi piaceva tantissimo imitare gli stiracchiamenti e gli allungamenti di questo grazioso animaletto! Inoltre, meditazione dinamica, qualcosa di simile ad una corsa-danza al rallentatore nella quale sono sincronizzati movimento e respirazione; scioglimento, rilassamento, visualizzazione e imagoarmonia (armonia dell’immagine). Grazie allo yoga i ragazzi imparavano sia a conoscere meglio il loro corpo sia a rapportarsi meglio con gli altri. E le mamme mi dicevano che i figli erano più contenti di andare a scuola!>>

D.: <<In seguito hai continuato ad insegnare yoga ai giovanissimi?>>

R.: <<A bambini e ad adolescenti, ma anche alle loro mamme, e ti dirò: ogni giorno imparo qualcosa di nuovo; saltuariamente mi diverto anche a fare l’allieva partecipando alle lezioni di Yvan e di Sirio (il primogenito di Nashy; n.d.a.). I vantaggi che può produrre la pratica quotidiana dello yoga sono innumerevoli; tra l’altro, migliora la capacità di concentrazione e aumenta la velocità di assimilazione dei concetti, e gli effetti positivi sul rendimento scolastico sono evidenti!>>

<<Grazie, Nashyananda.>>

In memoria di Nashy, che ha lasciato il corpo fisico pochi giorni fa.

Tibet Bambini

Nota: Nashyananda ha lasciato il corpo fisico pochi giorni prima della pubblicazione di questa intervista. Autrice innovativa dei primi testi della storia della letteratura scritti sulla base della MVPG, lascia in eredità a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerla ed amarla gli insegnamenti preziosi e il ricordo di uno spirito libero straordinariamente e gioiosamente vitale.

Con sempre immutato affetto.
Alessandra Filiaci

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Intervista a Nashyananda. L'armoniologia e lo yoga tra i banchi di scuola.
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Conobbi Nashyananda, autrice ed insegnante di yoga a Roma, in un pomeriggio del 2000. Mi raccontò dell’incontro con il Maestro armoniologo tibetano che...
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Il Giornale dello Yoga
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Circa l'autore

L'innata sete di sapere e la cultura umanistica hanno fornito le basi del mio Percorso Interiore traente linfa dallo studio di tematiche storico-religiose ed esoteriche e dagli insegnamenti di diversi Maestri Spirituali.

Collaboratrice di periodici a diffusione nazionale, saggista, Reiki Master, sono Presidente dell’Associazione Culturale “Anahata” con sede in Roma, per la quale ho forgiato l'immagine ideale di “un ponte tra Oriente ed Occidente” .

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