
I Chakra
Questo articolo è un estratto dell’e-book “Il piccolo libro dei Cakra” di Sighé.
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Introduzione ai Chakra
La scienza dei chakra è molto controversa. In tutte le scuole religiose e spirituali esiste un sistema corrispondente a quello dei chakra, ma spesso con divergenze su alcuni punti.
Questi centri energetici non sono una prerogativa esclusiva della scienza indiana. In tutte le civiltà, primitive e più evolute, le persone più sensibili ne hanno riconosciuto la struttura dentro di sé. Ovviamente venivano rappresentati e descritti in diversi modi. Ma parole e simboli possono arrivare solo ad attestare la loro esistenza. Ciascuno può averne esperienza solo dentro di sé!
L’organismo umano è oltremodo complesso, e ciascuno può avere diverse percezioni delle stesse cose, a seconda delle tendenze personali, della realtà culturale in cui vive, degli aspetti mistici individuali, del livello di prāņa nell’organismo, eccetera. Pertanto ciascuno deve fare esperienza dei chakra da sé, imparare a conoscerli e acquisire con essi un’intimità. Del resto il Tantra è una scienza pratica più che intellettuale, e favorisce l’esperienza delle cose che insegna.
Senza un’intimità con il proprio corpo fisico e pranico, con i chakra e con la propria realtà spirituale, senza accettazione di quello che siamo a tutti i livelli e senza aspirazione a quello che vogliamo diventare, non ha senso parlare di pratica, e non ha senso tentare il risveglio.

Chakra, significato e funzioni
La parola sanscrita chakra letteralmente significa “ruota”, ma forse una traduzione contestualmente più adeguata sarebbe “vortice” o “turbine”.
I chakra infatti sono vortici, o turbini, di energia pranica situati in precisi punti del corpo, che controllano l’energia diffusa nell’intero organismo umano.
Hanno due funzioni principali:
- centri di energia sottile (prāņa) all’interno del corpo pranico dell’uomo: ogni chakra ha la sua vibrazione e la sua densità e funziona come un interruttore per accendere uno specifico settore della mente
- stati di coscienza progressivamente superiori: in altre parole, nell’uomo rappresentano diversi livelli di consapevolezza, dal più istintivo al più intuitivo; rappresentano la via della spiritualità.

Quanti e quali sono i Chakra?
Dentro di noi esistono miriadi di chakra, ma nella pratica yogica utilizziamo e ci riferiamo solo ai principali.
E’ bene far notare che Sahasrāra non è propriamente un chakra, ma è apertura totale verso l’universo, oltre le polarità e quindi oltre la limitazione della dimensione energetica.
A questo elenco va inoltre aggiunto Bindu, che pure non è da considerarsi completamente un chakra.
Se sei interessato ad approfondire l’argomento, leggi anche l’articolo Bindu, il chakra segreto).
Questi sei chakra sono stati collegati con importanti plessi nervosi:
- mūlādhāra con il plesso sacrococcigeo
- svādhisṭḥāna con quello sacrale
- manịpūra con il plesso solare e il plesso lombare
- anāhata con il plesso cardiaco
- viśuddhi con il plesso laringeo
- ājn͂ā con il cervelletto.
I livelli di coscienza dei Chakra
Va da sé che ogni Chakra comporta un livello di coscienza superiore a quello precedente, partendo dal livello primordiale e istintivo, associato a Muladhara, e andando a quello più spirituale, associato ad Ajn͂ā.
I chakra rappresentano la via dell’evoluzione, e risalirli significa arrivare a livelli di coscienza, e di consapevolezza, sempre più sottili. Sono indicatori del potenziale di ogni persona, dimostrano che ciascuno può trascendere i propri limiti personali e rappresentano il potere della consapevolezza alla portata di ogni essere umano.
Il processo di innalzamento dei livelli di coscienza non segue una logica (ma questo non significa che sia illogico): la logica appartiene all’ambito del razionale, e qui siamo in un campo in cui il contesto razionale, con i suoi limiti, è già stato superato. Per questo ci sono simboli di carattere visivo (yantra) e fonetico (mantra) che evocano lo stato di coscienza e aiutano a focalizzarsi durante le pratiche yogiche.
In altre parole, i simboli possono contribuire a risvegliare i diversi chakra, che rappresentano i relativi livelli di coscienza.

I chakra e l’evoluzione dell’identità
All’inizio la percezione dell’”io” è rigorosamente limitata all’identificazione con il corpo. È il livello di Mūlādhāra chakra. Evolvendosi, il senso dell’”io” si espande. Lo potete vedere quando fate yoga o prāņayama.
Se facendolo vi ponete la domanda “Io chi sono?” vi accorgerete che la dimensione fisica non basta a contenervi, e nemmeno la dimensione pranica. C’è sempre qualcosa in più, quella coscienza che trascende materia ed energia.
Ma ci vogliono tempo e regolarità per arrivare alla percezione del sé che si ha in Sahasrāra, quando si avverte nella propria consapevolezza la presenza dell’universo.
Simbologia dei chakra
Nello yoga, e nella maggioranza dei sistemi indiani, i chakra sono rappresentati come fiori di loto, con uno specifico colore e numero di petali.
Dal punto di vista simbolico, la scelta del fiore di loto è molto significativa. Il loto infatti fiorisce superando tre diversi livelli, il fango, l’acqua e l’aria, e nello stesso modo, per fiorire, l’uomo deve farsi strada in tre diverse dimensioni: l’ignoranza, l’aspirazione abbinata alla pratica (sadhana) e l’illuminazione.
Il loto quindi rappresenta l’evoluzione dell’uomo da un basso livello di coscienza a stati superiori. Il culmine dell’evoluzione di un loto è la fioritura, quello dell’evoluzione dell’uomo è l’illuminazione.
In ogni chakra si combinano sei aspetti principali:
- Colore
- Numero di petali del loto
- Yantra o simbolo grafico
- Bija mantra (mantra nucleare o seminale)
- Animale di riferimento
- Divinità collegata/e
I numeri dei petali variano (da 4, 6, 10, 12, 16, 2) e in totale sono 50, come le lettere dell’alfabeto sanscrito. Il numero dei petali è determinato dal numero delle nādị̄ che confluiscono nel chakra.
Gli animali rappresentano l’evoluzione e gli istinti precedenti, mentre le divinità sono nomi della Coscienza universale per come si manifesta nei rispettivi chakra.

Dove si trovano i chakra?
Come è noto, la spina dorsale è formata da 33 vertebre, divise in regioni che corrispondono esattamente all’ubicazione dei primi cinque chakra, e precisamente:
- Regione coccigea (4 vertebre calcificate), Mūlādhāra
- Regione sacrale (5 vertebre), Svādhisṭḥāna
- Regione lombare (5 vertebre), Manịpūra
- Regione toracica (12 vertebre), Anāhata
- Regione cervicale (7 vertebre), Viśuddhi
Oltre a funzionare da centri di controllo, i chakra operano anche come centri di interscambio tra la dimensione fisica, quella astrale e quella causale. Per esempio, l’energia sottile proveniente dalla dimensione astrale o da quella causale può essere trasformata in energia per il corpo fisico.
È quanto accade nel caso di yogi molto avanzati i quali si fanno rinchiudere per diversi anni in luoghi angusti e, grazie a una forte attivazione di viśuddhi, che controlla fame, sete e consente di sopravvivere di energia sottile (il nettare o amrita), riescono a mantenersi in vita.
Può avvenire anche il contrario, cioè l’energia fisica può essere trasformata in energia sottile grazie ai chakra, o trasformata in energia mentale nell’ambito della dimensione fisica.
Quindi possiamo dire che i chakra servono da conduttori e trasformatori di energia tra dimensioni limitrofe, e facilitano la trasmissione di energia tra il corpo e la mente.
Con l’attivazione e il risveglio dei chakra, l’uomo può percepire l’esistenza di dimensioni più sottili della realtà, ma può anche penetrarvi e da esse alimentare e sostenere le dimensioni più grossolane.

La via del risveglio
La via dello yoga è una serie di fasi. Queste fasi corrispondono al risveglio graduale dei chakra. Come dice lo Siva sutra:
“Le fasi progressive dello yoga sono piene di meraviglia”. Ed è vero.
L’apertura dei chakra è una serie di meraviglie.
Questo articolo è un estratto dell’ebook “Il Piccolo Libro dei Cakra” di Sighé.
Se sei interessato a sapere di più sui singoli chakra, sulla loro fisiologia sottile e su come regolare le loro funzioni, scopri “Il Piccolo Libro dei Cakra” su Il Negozio dello Yoga.
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