
Ajna chakra, il sesto chakra
Ājn͂ā è il punto in cui confluiscono i tre grandi canali energetici, nadi (idạ̄, piṅgalā e susụmnạ̄), scaturiti in mūlādhāra che poi scorrono fino a sahasrāra.
Quando la mente si concentra in questo punto, la forza dei tre nadi dà un grande impulso all’evoluzione della coscienza. La coscienza individuale è costituita in larga parte dall’ego, ed è proprio a causa dell’ego che avvertiamo la separazione tra noi e il mondo esterno, la dualità dell’esperienza. Non è possibile raggiungere l’esperienza ultima del samadhi fino a che l’esperienza è dualistica, e non si può uscire da se stessi fino a quando si ha memoria e percezione di sé. In ājn͂ā l’esperienza della fusione è possibile. Per questo motivo ājn͂ā è un chakra tanto importante.
Ajna chakra, significato
Il nome ājn͂ā deriva dalla radice sanscrita jn, che significa “conoscere”, “obbedire” o “seguire”. Ājn͂ā significa dunque “centro di comando” o “centro di controllo”. In India è considerato anche il “centro del guru”, cioè la sede in cui il guru e il discepolo comunicano per via mentale. Se il guru è interiore, le sue indicazioni divengono intelligibili in ājn͂ā.
Ājn͂ā chakra è anche il centro dove si sperimenta śūnya (“vuoto”, “silenzio” o “immobilità”), il nostro stato naturale nell’universo quando la mente finalmente tace, quando non esiste più differenza tra soggetto e oggetto, quando scompaiono nome e forma.
Questo chakra è chiamato anche l’occhio dell’intuizione o terzo occhio, ed è la soglia in cui si entra nella dimensione astrale della coscienza.
Secondo alcuni saggi ājn͂ā è più attivo nelle donne che negli uomini, perché esse sono più recettive e intuitive, e più frequentemente sono capaci di predire gli eventi futuri.

Dove si trova Ajna chakra
Ajna chakra si trova all’interno del cervello, direttamente dietro il centro delle sopracciglia e all’apice della spina dorsale, in corrispondenza del bulbo encefalico. Il corrispondente fisico di ājn͂ā è la ghiandola pineale, o epifisi, una ghiandola che serve a regolare le funzioni della ghiandola pituitaria, o ipofisi (che è collegata a sahasrāra).
Nella maggior parte degli individui, prima dell’adolescenza, la ghiandola pineale comincia a contaminarsi e quindi si crea uno squilibrio per cui la ghiandola pituitaria inizia a secernere in maniera disarmonica gli ormoni che stimolano la nostra sessualità, la nostra personalità mondana e la nostra sensualità. È da questo momento che cominciamo a perdere l’armonia e il contatto con il nostro retaggio spirituale.
Lo ksetram di Ajna chakra
Individuare con precisione ājn͂ā all’interno del cervello è difficile; quindi è a maggior ragione importante concentrarsi almeno sul suo ksẹtraṁ, cioè il suo luogo di manifestazione, che si chiama bhrumadrya, situato sulla fronte.
Per avere sempre consapevolezza di ājn͂ā tradizionalmente in India si applica un tilaka (una piccola chiazza tonda) sul bhrumadrya, fatto di paste rinfrescanti, polvere di sandalo, di curcuma o di mercurio. In particolare il sindur, una sostanza con una componente di mercurio, quando viene apposta allo bhrumadhya genera una pressione su un nervo che collega quel punto con l’encefalo.

Simbologia di Ajna
Ajna è rappresentato come un loto a due petali. Secondo le scritture è di colore grigio pallido come un giorno di pioggia. In altri testi invece si dice che è di un bianco lunare, o argenteo. In realtà si tratta di un colore indescrivibile.
Sul petalo sinistro c’è la lettera haṁ, su quello destro ksạṁ, mantra seminali rispettivamente di Śhiva e di Śhakti, ed entrambe sono iscritte in colore argenteo pallido. Il primo petalo rappresenta idạ̄, o la luna, e l’altro piṅgalā, o il sole. Al di sotto del chakra, le tre nādị̄ (idạ̄ a sinistra, piṅgalā a destra e susụmnạ̄ al centro) si unificano.
All’interno del loto c’è un cerchio perfetto che simboleggia śūnya, la quiete, e all’interno di esso c’è un triangolo invertito che rappresenta Śhakti, la creatività e la manifestazione. Sopra il triangolo c’è uno śivaliṅgam nero. Lo śivaliṅgam è il simbolo del nostro corpo astrale. Secondo i testi tantrici e le scienze occulte, il corpo astrale è l’attributo della personalità e, in forma di śivaliṅgam, può essere di tre diversi colori a seconda dell’evoluzione e della purezza della coscienza di ciascuno.
In mūlādhāra chakra lo śivaliṅgam è fumoso e mal definito, e corrisponde al nostro stato di coscienza quando viviamo una vita istintiva. In ājn͂ā invece è nero e ben delineato, perché la nostra conoscenza di quello che siamo è molto meglio definita. In sahasrāra, dove la coscienza si illumina, anche lo śivaliṅgam è luminoso.
Sopra lo śivaliṅgam c’è il tradizionale simbolo di oṁ, con sopra la mezza luna e il bindu. Il mantra seminale di ājn͂ā è appunto oṁ.
La divinità del chakra è Paramsiva, che brilla come una catena di lampi. La dea è Hākinī dalla mente pura, che ha sei facce splendenti come lune.

Caratteristiche di Ajna
La fisiologia indiana, oltre ai cinque sensi di percezione occidentali, aggiunge anche la mente. Ed è appunto la mente il senso associato ad ājn͂ā, che ne è anche organo di senso e di azione.
Ajna infatti è in grado di acquisire conoscenze per mezzo dell’intuizione (o il cosiddetto “sesto senso”), ma può anche manifestarsi attivamente senza l’aiuto del corpo fisico, grazie alla proiezione astrale che compare con il risveglio di ājn͂ā. È in grado di operare in autonomia, quindi la mente stessa è anche l’organo di azione.
La dimensione è quella di vijñānamaya kośa.
Ajna chakra, sede delle sottostrutture della mente
Secondo la tradizione yogica, la mente è un organo composito, costituito da molte strutture sottili, e, più precisamente, la mente superiore (citta), l’intelletto (buddhi), il senso di individualità (ahaṁkara) e la mente grossolana (manas).
Ājn͂ā chakra è la sede degli ultimi tre:
- Buddhi è la sottostruttura sottile dell’intelletto e della discriminazione tra bene e male, giusto e sbagliato, degno e indegno.
- Ahaṁkara è il senso dell’io, come entità distinta da quello che non è me, difende in un certo senso gli interessi dell’individuo.
- Manas è la fabbrica dei pensieri, la sostanza (sottile) pensante. Riceve i messaggi sia dal corpo che dal mondo esterno e manda ordini a diverse parti del corpo. Integra e coordina i messaggi provenienti dagli organi sensoriali.

Ajna, il chakra della consapevolezza
Ajn͂ā è sostanzialmente il chakra della mente e rappresenta un livello superiore di consapevolezza. Ogni volta che ci si concentra su qualche altro chakra o su un oggetto esterno, ājn͂ā ne viene influenzato, in misura lieve o forte, a seconda del livello di concentrazione (dharana). Anche i processi della visualizzazione e del sogno dipendono da ājn͂ā.
Se mentre mangi, parli, cammini hai consapevolezza di quello che stai facendo significa che ājn͂ā è attivo: quella consapevolezza è la facoltà di ājn͂ā. Quando ājn͂ā è molto sviluppato, la conoscenza non avviene solo per tramite degli impulsi mandati dai sensi ai lobi frontali, ma anche attraverso il cervelletto, dove secondo la tradizione indiana risiede la conoscenza intuitiva.
Questo articolo è un estratto dell’ebook “Il piccolo libro dei Cakra” di Sighé.
Vuoi sapere come risvegliare Ajna e ridurre l’attaccamento alle cose materiali?
Vuoi conoscere quali sono invece le conseguenze di un suo blocco?
Vuoi scoprire di più su tutti gli altri chakra e molto altro ancora?
Le asana di Ajna chakra
La pratica delle asana che stimolano Ajna bilancia il chakra del terzo occhio, incrementa il focus mentale, il discernimento e la capacità di concentrazione.
Ecco la lista delle asana del Giornale dello Yoga che attivano Ajna chakra:
Summary

Article Name
Ajna chakra, il sesto chakra
Description
Quando la mente si concentra un ajna chakra, la forza dei tre nadi dà un grande impulso all'evoluzione della coscienza. Ajna è chiamato terzo occhio perché...
Author
Sighé
Publisher Name
Il Giornale dello Yoga
Publisher Logo
